Il governo della Romania ha adottato una decisione che ridurrà, per l'anno 2026, il numero massimo di lavoratori stranieri che possono essere assunti nel paese, stabilendo un contingente di 90.000 permessi di lavoro per i cittadini al di fuori dell'Unione Europea. Questa misura, discussa nell'ambito del Consiglio Nazionale Tripartito per il Dialogo Sociale, arriva come una reazione alle stime riguardanti l'evoluzione del mercato del lavoro e possibili ristrutturazioni nel settore pubblico. Il Ministro del Lavoro, Florin Manole, ha sottolineato l'importanza di avere posti di lavoro disponibili per i cittadini romeni, considerando possibili licenziamenti. Sebbene il mondo degli affari avesse richiesto un aumento del contingente a 150.000, la proposta è stata respinta. Il Blocco Nazionale Sindacale ha criticato la posizione dei datori di lavoro, che hanno chiesto un aumento del numero di lavoratori stranieri, nonostante le richieste di congelamento del salario minimo. Il Primo Ministro Ilie Bolojan ha menzionato che il salario minimo lordo potrebbe rimanere al livello attuale anche l'anno prossimo, e le consultazioni su questo tema continueranno fino alla fine di novembre.
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