Un gruppo di dodici agenti dell'FBI, composto da nove donne e tre uomini, ha intentato una causa in cui sostengono di essere stati licenziati ingiustamente perché si sono inginocchiati durante le proteste del 2020, in reazione alla morte di George Floyd. Nella loro denuncia, gli agenti affermano di aver ricevuto una lettera di licenziamento dal direttore dell'FBI, Kash Patel, accusandoli di "condotta non professionale" e "mancanza di imparzialità". Essi sostengono che la decisione di inginocchiarsi è stata una "decisione tattica" volta a evitare violenza e che è stata approvata dai loro superiori di allora.
Gli agenti accusano l'amministrazione Trump di tentare di riscrivere la storia e di politicizzare l'FBI, mentre Kash Patel affronta diverse cause legate ai suoi controversi licenziamenti. Inoltre, altri funzionari dell'FBI hanno accusato la politicizzazione dell'istituzione e sanzioni disciplinari per il rifiuto di conformarsi alle priorità della nuova amministrazione.
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