Ieri 17:13
    
                                    Attualità
                            
            
        Foto pexels.com
    
                    Il Ministero della Digitalizzazione ha avvertito la Camera dei Deputati che l'adozione delle leggi riguardanti la maggiore età digitale e la protezione dei minori di fronte a contenuti nocivi potrebbe portare all'apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea. Il progetto PL-x n. 385/2025 impone obblighi aggiuntivi per le piattaforme online, come l'implementazione di un meccanismo di verifica dell'età degli utenti, e definisce il contenuto nocivo in termini rigorosi, includendo violenza, pornografia e comportamenti illegali. Le piattaforme che non rispettano queste normative rischiano multe tra lo 0,5% e il 3% del fatturato annuale globale.  
Inoltre, il progetto PL-x n. 356/2025, che regola l'accesso dei minori ai servizi online con consenso parentale, è stato criticato per l'introduzione di obblighi aggiuntivi per i fornitori di servizi intermedi. Il Ministero sottolinea che queste leggi devono essere notificate ai sensi della Direttiva (UE) 2015/1535, e la loro adozione senza il rispetto della procedura di notifica le renderebbe inapplicabili e potrebbe comportare sanzioni da parte dell'Unione Europea. Critiche sono state sollevate anche da organizzazioni come APTI e Google Romania, che sottolineano che le normative potrebbero imporre un'identificazione online eccessiva per gli utenti.
        
        
                    Inoltre, il progetto PL-x n. 356/2025, che regola l'accesso dei minori ai servizi online con consenso parentale, è stato criticato per l'introduzione di obblighi aggiuntivi per i fornitori di servizi intermedi. Il Ministero sottolinea che queste leggi devono essere notificate ai sensi della Direttiva (UE) 2015/1535, e la loro adozione senza il rispetto della procedura di notifica le renderebbe inapplicabili e potrebbe comportare sanzioni da parte dell'Unione Europea. Critiche sono state sollevate anche da organizzazioni come APTI e Google Romania, che sottolineano che le normative potrebbero imporre un'identificazione online eccessiva per gli utenti.