Bruxelles, 11 novembre 2025 - La Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) ha confermato che la Direttiva (UE) 2022/2041 riguardante i salari minimi adeguati ha una solida base giuridica, respingendo la richiesta della Danimarca di annullare l'atto. La Commissione Europea ha accolto con favore la decisione, affermando che essa rafforza l'impegno dell'Unione per l'equità sociale e condizioni di lavoro decenti in tutti gli Stati membri. La direttiva stabilisce criteri comuni attraverso i quali gli Stati UE devono garantire salari minimi equi, sia tramite legislazione che tramite contrattazione collettiva. Secondo la Commissione, la sua applicazione contribuisce a ridurre le disuguaglianze salariali, a combattere la povertà tra le persone che lavorano e a rafforzare la domanda interna. "Ogni lavoratore in Europa dovrebbe poter vivere del proprio lavoro. La decisione di oggi è un momento di riferimento per la dignità e l'equità", ha dichiarato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. La vicepresidente esecutiva per i diritti sociali, Roxana Menzatu, ha aggiunto che la decisione "rafforza il modello sociale europeo basato su salari equi e una contrattazione collettiva solida". La Corte ha confermato la validità degli articoli riguardanti la contrattazione collettiva, considerati essenziali per la protezione dei lavoratori a basso reddito. Sono state annullate solo parti di due disposizioni riguardanti i criteri di calcolo dei salari minimi e il divieto di riduzione degli stessi in caso di indicizzazione automatica, senza influenzare la trasposizione nazionale. La Commissione sta analizzando l'impatto di queste modifiche, precisando che il processo di applicazione della direttiva continua in tutti gli Stati membri. Dall'adozione dell'atto, i salari minimi sono aumentati nella maggior parte dei paesi UE, e le differenze tra i livelli più alti e quelli più bassi si sono ridotte. All'inizio del 2025, il salario minimo era regolato per legge o accordo quadro in 22 dei 27 Stati membri dell'Unione Europea. Solo Danimarca, Italia, Austria, Finlandia e Svezia non applicano un salario minimo nazionale, basandosi invece su negoziazioni collettive tra i partner sociali. I dati pubblicati da Eurostat mostrano che le differenze tra gli Stati rimangono considerevoli, riflettendo la diversità dei livelli di protezione sociale e della produttività economica nel mercato unico. A gennaio 2025, il salario minimo mensile lordo era sotto i 1.000 euro in dieci Stati membri, tra cui Romania (814 €), Bulgaria (551 €) e Ungheria (707 €), mentre il Lussemburgo deteneva il livello più alto, di 2.638 €. Queste disparità confermano i divari persistenti tra est e ovest dell'Unione, ma anche i progressi realizzati negli ultimi anni, in particolare in Europa Centrale e Orientale, dove gli aumenti salariali hanno contribuito a ridurre gradualmente le differenze di reddito. La Direttiva (UE) 2022/2041 riguardante i salari minimi adeguati è un'importante iniziativa legislativa dell'Unione Europea, adottata nell'ottobre 2022, che mira a garantire a tutti i lavoratori degli Stati membri un reddito sufficiente per un livello di vita dignitoso. Essa non impone un salario minimo unico a livello europeo, ma stabilisce un insieme comune di principi attraverso i quali ogni paese deve fissare e valutare il proprio salario minimo, in funzione del costo della vita, della produttività e delle condizioni economiche interne. La direttiva richiede inoltre che il processo di determinazione del salario minimo sia trasparente e coinvolga i partner sociali, i sindacati e le organizzazioni datoriali, in un dialogo periodico, almeno una volta ogni due anni. L'importanza di questa direttiva è duplice: sociale ed economica. Essa sostiene l'obiettivo del Pilastro europeo dei diritti sociali di garantire posti di lavoro dignitosi per almeno il 78% degli europei attivi entro il 2030, riducendo al contempo le disuguaglianze salariali e il rischio di povertà nel lavoro. Per gli Stati membri dell'Europa Centrale e Orientale, come Romania, Bulgaria o Lettonia, l'atto offre un quadro attraverso il quale i salari minimi possono essere allineati più strettamente ai costi reali della vita e agli standard di equità del mercato interno europeo.
https://2eu.brussels/articol/stiri/curtea-de-justitie-confirma-validitatea-directivei-europene-privind-salariile-minime-adecvate