I benefici dell'adesione della Romania all'UE sono percepiti in modo diverso dalla popolazione

I romeni rimangono in maggioranza pro-europei, ma i benefici dell'integrazione non sono percepiti allo stesso modo da tutti i cittadini. Secondo il sondaggio condotto da INSCOP Research nel dicembre 2024, commissionato da Funky Citizens, quasi i tre quarti dei rumeni (72,5%) ritengono che l'adesione all'Unione Europea abbia portato piuttosto dei benefici, con un salto significativo rispetto al 54,9% del gennaio 2022. Tuttavia, uno sguardo più attento ai dati socio-demografici mostra che l'adesione al progetto europeo non è condivisa da tutti, con percezioni che variano significativamente in base allo status sociale e al luogo di residenza. Ad esempio, le persone con un'istruzione superiore, i residenti di Bucarest e i colletti bianchi hanno maggiori probabilità di apprezzare i vantaggi dell'adesione all'UE rispetto al resto della popolazione, probabilmente a causa delle opportunità economiche a cui hanno potuto accedere più facilmente. Al contrario, gli abitanti delle zone rurali, le persone meno istruite e i colletti blu tendono a percepire più svantaggi nell'adesione all'UE. Queste differenze suggeriscono che i benefici dell'integrazione europea non sono stati distribuiti in modo uniforme a livello nazionale, evidenziando la necessità di politiche pubbliche per ridurre le disparità, ad esempio politiche per dare alle località rurali un maggiore accesso alle opportunità di finanziamento dell'UE.
Metodologia: l'indagine condotta da INSCOP Reasearch su commissione di Funky Citizens è stata raccolta tra il 16 e il 23 dicembre 2024 utilizzando il metodo CATI (interviste telefoniche); il campione stratificato a più livelli è stato di 1.000 persone, rappresentative delle categorie socio-demografiche significative (sesso, età, occupazione) per la popolazione non istituzionalizzata della Romania, di età pari o superiore ai 18 anni. L'errore massimo consentito dei dati è di ± 3,1% con un livello di confidenza del 95%. I dati comparativi di giugno, settembre 2021 e gennaio 2022 sono stati estratti dallo studio "Public distrust: West vs. East, the rise of the nationalist current in the era of misinformation and fake news" (sfiducia pubblica: Occidente contro Oriente, l'ascesa della corrente nazionalista nell'era della disinformazione e delle fake news), condotto da INSCOP Research per conto del think-tank STRATEGIC Thinking Group nell'ambito di un progetto di ricerca sostenuto dal German Marshal Fund degli Stati Uniti - e finanziato dal Black Sea Trust for Regional Cooperation attraverso il True Story Project.